Siamo nel 1987, il coro ha vent’anni di vita; sono passati sette anni da quando il Coro si è trasferito in Concei; ormai ci si sente sufficientemente maturi e preparati per fare il grande passo: l’incisione del primo disco.
Non è una novità per i cori del Trentino l’incisione di un disco, ma per la Valle di Ledro è una novità assoluta ed il Coro vive quei momenti come si addice ad un avvenimento che interessa tutti.
La sala di registrazione viene ricavata nella sala comunale presso la Scuola Elementare di Enguiso, accuratamente insonorizzata dagli stessi coristi con pannelli di sughero.
Alla fine della fatica durata parecchie settimane, la registrazione viene riprodotta su disco LP e su cassetta.
La copertina del disco riporta una bellissima foto del Coro, scattata sulla collina morenica di Polotta, a Molina.
La cerimonia di presentazione si tiene nella stessa sala di registrazione, il 17 luglio 1987: sono presenti numerose autorità locali, comprensoriali e provinciali, nonché i rappresentanti della Federazione dei Cori del Trentino, che vedevano realizzate la fiducia e le speranze riposte nel coro ledrense. ‘Noi pensiamo che l’edizione del primo disco sia un fatto importante – diceva Antonio Zecchini, presentatore della serata – importante per il Coro, per la Valle ed anche per tutta la nostra zona. Per il Coro segna un traguardo ambizioso, sintomo di una maturazione invidiabile, di uno sforzo continuo sulla strada dell’approfondimento della cultura della gente di montagna e del suo patrimonio folcloristico. Un punto di partenza, una tappa in un cammino che non vuole e non deve interrompersi qui. Per la Valle il disco è senza dubbio il simbolo della sua vitalità, della sua ricchezza umana e sociale, un altro stupendo biglietto da visita ed un motivo di soddisfazione.
Il disco contiene complessivamente dodici brani; tre canti tipicamente ledrensi: Val di Ledro, armonizzata da Renzo Bartoli, Oggi è nato a Betlemme, nell’armonizzazione di Piergiorgio Bartoli e Cadria, brano scritto e musicato dal maestro Renzo Bartoli; cinque canti di origine popolare armonizzati da maestri molto vicini al Cima d’Oro: Vegnerà ‘sta primavera e Bianco Natal del maestro Riccardo Giavina, Viva l ‘amor di Paolo Bon, Cant de not en montagna di Ferdinando Mingozzi, Da Montebel di Franco Sartori; ed infine quattro canti d’autore tra i più suggestivi del repertorio di allora: Le Dolomiti e La madonnina di Camillo Moser, La Casa e Joska la rossa di Bepi de Marzi.